Sala della Memoria

Toscana | Civitella in Val di Chiana (AR)

Il luogo e le vicende

Civitella Val di Chiana è una piccola città la cui struttura risale al periodo medioevale. Nella seconda metà del Novecento, l’attività economica prevalente era quella agricola e la maggior parte dei trecento abitanti lavorava nei campi come mezzadro o bracciante; solo poche persone gestivano un’attività in proprio. Durante la ritirata delle truppe tedesche, la Val di Chiana divenne una delle principali vie di passaggio per le armate di Herman Göring dirette a Firenze Sebbene durante la lotta di liberazione in Val di Chiana non vi fossero nutrite formazioni partigiane ‒ come invece accadde per Pratomagno e il casentino ‒ Civitella, la frazione di Cornia e San Pancrazio furono teatro di una delle stragi più cruente della Toscana, nella quale vennero uccisi 173 persone. Il 29 giugno del 1944 reparti della Herman Göring circondarono Civitella ed iniziarono ad ammazzare tutti gli uomini (inclusi adolescenti, anziani e invalidi) e a dar fuoco alle case. In un primo momento le uccisioni avvennero nelle case e per strada, poi gli uomini rastrellati furono radunati nella piazza principale e, dopo essere stati allineati, vennero uccisi uno ad uno, così come i prigionieri che erano stati portati dietro alla scuola comunale. Contemporaneamente all’eccidio di Civitella si consumò nella frazione di Cornia un’altra strage nella quale furono colpiti anche donne e bambini che stavano cercando la salvezza allontanandosi dal paese.
La sala della memoria allestita nel centro di Civitella, in Piazza Martiri, è stata fortemente voluta da Ida Balò, orfana di padre della strage di Civitella che, nel 2002 promosse un Comitato Organizzatore composto da esponenti del Comune, della Proloco, e abitanti del paese. Inaugurata nel 2004 in occasione del sessantesimo anniversario dell’eccidio, la sala, messa a disposizione dal Comune, è costituita da un’unica stanza nella quale sono esposti alcuni oggetti appartenuti alle vittime della strage del giugno 1944, numerose fotografie prima e dopo la distruzione del paese, documenti di archivio, vari residuati bellici raccolti nel corso degli anni dai componenti del Comitato Organizzatore che ne ha curato l’allestimento. La sala si presenta dunque come una raccolta di cimeli vari, senza alcuna contestualizzazione storica che possa aiutare nella comprensione degli eventi che portarono alla strage durante la ritirata tedesca. Dopo gli eventi, inoltre, nella zona si radicò una lacerante memoria divisa che contrappose a lungo gli abitanti tra chi considerava il massacro una risposta all’attività delle formazioni partigiane, imputandone dunque a loro la responsabilità, e chi invece la considerò parte di una più ampia strategia nazista di guerra ai civili. In zona, tuttavia, la divisione della memoria si è mantenuta a lungo, impedendo così una rielaborazione pubblica condivisa della strage e dunque anche la creazione di un percorso memoriale didatticamente più efficace.
Comune di Civitella in Val di Chiana – Gestione a cura dell’Associazione Civitella ricorda