Museo della Memoria - Sacrario di San Pancrazio

Toscana | Comune di Bucine (AR)

Il luogo e le vicende

Il borgo di San Pancrazio sorge su un contrafforte dei monti di Palazzuolo, fra la Valdambra e la Valdichiana. Nel giugno 1944, fu una delle località travolte dalla risalita verso nord delle truppe tedesche che vi compirono una delle stragi più drammatiche della regione. Dopo aver ucciso numerosi civili nella vicina Civitella Val di Chiana e nella frazione Cornia, lo stesso 29 giugno i militari nazisti si spostarono a San Pancrazio, dove arrivarono tra le 5.30 e le 6.00 del mattino: gli abitanti furono fatti uscire dalle case e gli uomini radunati gli uni nella piazza della chiesa fino al primo pomeriggio. Poi, i tedeschi iniziarono ad incendiare le case mentre gli uomini rastrellati vennero trasferiti del vicino palazzo podestarile, allora Fattoria Pierangeli. Nella ziraia del piano terra ‒ la stanza per la conservazione degli ziri, ossia gli orci di terracotta che contenevano l’olio ‒ vennero ammassati sessanta uomini, tra cui anche il parroco Don Giuseppe Torelli. Tutti, poi, furono uccisi con un colpo di pistola alla nuca nelle cantine del palazzo. Altri uomini erano già stati uccisi nelle varie case e nelle campagne intorno durante il rastrellamento, quindi le vittime del massacro di San Pancrazio, alla fine, furono 73. Da molte delle testimonianze rilasciate durante le varie inchieste, si deduce che i soldati tedeschi erano giunti dalla direzione di Monte San Savino, dove, presso villa Carletti, era stato posto il comando della Feldgendarmerie e dove gli stessi fecero ritorno al termine del massacro. Essi indossavano tutti le divise grigio azzurre della Divisione ‘Hermann Goering’, l’unica unità militare tedesca dislocata nella zona collinare della Valdichiana. Sembra che all’azione abbiano partecipato in tutto circa duecento militari: nei piani nazisti, essa avrebbe dovuto contribuire a ridurre l’attività partigiana e ad arrestare l’avanzata degli alleati o comunque a rallentarla, permettendo il completamento della Linea Gotica cui si lavorava da mesi, ma che ancora non era stata ultimata.
Il Museo della memoria è stato inaugurato il 29 giugno 2007 nella cantina dell’edificio che i tedeschi diedero alle fiamme dopo il massacro di San Pancrazio. Nel 1972 il rudere venne acquistato dall’Amministrazione comunale di Bucine che diede avvio ad un restauro attento, prima di tutto, al recupero dei resti dei civili uccisi e, successivamente, alla sistemazione del sacrario. Oggi il Museo raccoglie tutta la documentazione sull’eccidio e, attraverso una cartografia storica inedita, intende rappresentare in modo dettagliato le stragi avvenute nelle varie località della Valdichiana. In particolare, tramite le fotografie dell’Archivio Militare Canadese, è stato possibile ricostruire, in parte, i giorni successivi alla strage. Accanto al Museo della Memoria dal 2000 si trova il Centro Interculturale “Don Giuseppe Torelli” ‒ dedicato al parroco della comunità, anch’egli vittima della strage ‒ e dal 1980 il sacrario in memoria dell’eccidio. Quest’ultimo è composto da una cappella nella cantina centrale e da una lapide che riporta i nomi degli uomini uccisi durante la rappresaglia. Il sacrario fu inaugurato nel 36° anniversario dell’eccidio, e fu voluto dall’intera comunità e dai parenti delle vittime. Nel giardino sottostante il Palazzo Podestarile è stato sistemato un roseto dove ogni alberello reca una targhetta con il nome di ciascuna delle vittime. Il Centro interculturale, infine, è entrato a far parte della Rete Regionale dei Centri Interculturali che hanno come scopo la realizzazione di programmi di didattica, incontri e ricerche in campo demo-antropologico e storico.
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