Piemonte | Somano (CN)
- Resistenza in montagna
Il luogo e le vicende
Nella primavera del 1944, nella porzione di territorio compresa tra Dogliani, Somano, Bossolasco, Bonvicino e Lovera, si formarono bande di partigiani, composte in gran parte da stranieri, quasi tutti provenienti dalle zone occupate dall’esercito italiano, imprigionati ed evasi dal carcere di Fossano. L’undici settembre 1943, infatti, dal carcere “Santa Caterina” erano evasi diverse decine di maquis francesi e di partigiani slavi. La maggior parte di loro proveniva dalle zone di occupazione italiana in Jugoslavia ed in Francia, dove erano stati arrestati dai militari italiani come ribelli. Processati e condannati, erano arrivati per diverse vie e in tempi diversi a Fossano e, dopo l’evasione, un buon numero di loro si era fermato a combattere in Langa. Tra i francesi vi era Luis Chabas (il leggendario “Lulù”), tornitore meccanico originario di Lione già appartenente ai maquis del Vercors, che doveva scontare una condanna inflittagli dal Tribunale Militare della IV Armata per partecipazione a banda ribelle. Tra gli slavi vi era invece Eugenio Stipcevic, che divenne famoso con il nome di “Genio lo Slavo”. Nato a Zara nel 1908 era stato comandante partigiano in Slovenia, catturato dagli italiani nel settembre 1942 e rinchiuso nel carcere di Fossano nel maggio successivo. Dopo l’evasione, molti di questi stranieri entrarono a far parte delle formazioni partigiane in fase di organizzazione nella provincia di Cuneo. Nella primavera del 1944 nella zona di Sommano, Bonvicino e Lovera (nei dintorni di Dogliani) si costituì un gruppo di francesi capeggiati dal sarto Simon Samuel e uno di slavi capeggiati da Eugenio Stipcevic. Poco tempo dopo, questi ed altri gruppi dall’Alta Langa si riunirono in un’unica formazione e costituirono la 16ª Brigata d’assalto Garibaldi “Generale Perotti” che ebbe sede nella frazione Lunetta di San Benedetto Belbo, e che coordinava tre distaccamenti lungo le direttrici Somano-Monforte-Barolo-La Morra, Monforte-Dogliani e Bossolasco-Serralunga-Roddi. La forte presenza di stranieri all’interno della Brigata portò alla costituzione di un distaccamento plurinazionale, il cosiddetto “Islafran” (dalle iniziali delle tre nazioni da cui provenivano: italiani, slavi, francesi), comandato da Eugenio Stipcevic, e dal vicecomandante Daniel Fauquier. Nel corso del tempo questo distaccamento crebbe di dimensioni e, nel luglio 1944, dopo la liberazione dal carcere di Fossano di molti prigionieri stranieri ad opera di squadre partigiane, vi entrarono anche numerosi russi, austriaci e cechi. Tra la fine del 1944 e il gennaio 1945 i garibaldini si riorganizzarono e l’”Islafran” divenne un distaccamento del GAD (Gruppo Arditi Divisionale) comandato dallo stesso Stipcevic. Si trattò dunque di una vera e propria formazione internazionale che nella lotta comune contro la dittatura diede corpo al sogno di un’Europa libera e democratica. A loro, poi, si unirono altri due reparti: uno della Banda Monte Bram e uno della Banda Monterosso della brigata GL Valle Grana.
Nel 1983, in ricordo di questi uomini, volontari ed ex partigiani della zona decisero di edificare a Somano un Monumento-rifugio alla Resistenza caratterizzato da sobrie linee di architettura contemporanea e aperto con ampie vetrate sulla valle e sulle colline. Il luogo prescelto dall’amministrazione comunale ‒ che si fece carico della sua costruzione con finanziamenti degli ex partigiani stessi ‒ fu Gorrea, una località della frazione Garombo, posta su uno dei sentieri per Bossolasco battuti dalle squadre partigiane. Riferimento di celebrazioni e manifestazioni annuali a ricordo della lotta partigiana nella zona, nell’edificio è stata allestita una piccola mostra fotografica sulle formazioni partigiane nell’Alta Langa e un’altrettanto piccola esposizione di cimeli ‒ divise, armi, oggetti vari ‒ recuperati dagli stessi ex partigiani che lo hanno finanziato e costruito. Dal maggio 2006, il Rifugio –Monumento alla Resistenza è centro rete nell’ambito del Progetto La Memoria delle Alpi e si colloca nel circuito dei Sentieri della libertà che lo compongono e che si intrecciano nella Provincia di Cuneo. Ad esso fa capo il sentiero Sulle tracce dell’Islafran (sentiero CN18 P1).
- Auto: Autostrada A6 Torino-Savona uscita Cherasco, poi seguire Strada Provinciale 12/SP12 e SP661 in direzione di SP56 a Somano.
- Sala della Resistenza di Alba (Cn)
- Memoriale della deportazione di Borgo San Dalmazzo (Cn)
- Museo della Resistenza di Boves (Cn)
- Sala della Resistenza di Bra (Cn)
- Casa Museo Galimberti di Cuneo
- Ecomuseo della Resistenza di Lemma (Cn)
- Mario Giovana, Guerriglia e mondo contadino. I garibaldini nelle Langhe (1943-1945), Cappelli, Bologna 1998.
- Diana Masera, Langa partigiana ‘43-45, Guanda, Parma 1971 (ristampato nel 2007 da Araba Fenice, Boves)./div>
- Chiara Colombini, Giustizia e Libertà in Langa. La Resistenza della 3ª e della 10ª divisione GL, Eataly 2015.