Parco della pace e della Resistenza

Emilia Romagna | Pieve di Rivoschio (FC)

Il luogo e le vicende

Pieve di Rivoschio è una frazione del comune collinare di Sarsina situata a metà strada tra Forlì e Cesena; nel settembre 1943 essa fu scelta da un gruppo di ex garibaldini reduci della guerra di Spagna per insediarvi il primo nucleo partigiano del territorio cesenate. Composto soprattutto da slavi fuggiti dal campo di concentramento di Renicci, da giovani ravennati e cesenati, la banda contava 40 partigiani ed era guidata da Salvatore Auria, un antifascista siciliano ex confinato politico. La popolazione locale sostenne fin dall’inizio la lotta di Liberazione e, quando il 16 novembre un forte contingente di militari tedeschi mosse contro Pieve di Rivoschio, la vigilanza dei giovani del paese fece fallire la sorpresa e i partigiani riuscirono a sottrarsi al rastrellamento. Fu dunque la popolazione di Pieve di Rivoschio a subire le prime rappresaglie, con l’incendio del dopolavoro e l’arresto di 23 abitanti, imprigionati a Forlì e poi liberati, ad eccezione del parroco don Pietro Paternò che aveva ammesso la collaborazione con i partigiani. Quest’ultimo il 6 dicembre 1943 fu avviato al campo di concentramento di Dachau dal quale tornò minato nel fisico, tanto da morire poche settimane dopo il rientro in Italia. Dal giugno 1944, poi, il comando dell’8ª Brigata Garibaldi si installò a Campofiore, due chilometri fuori Pieve di Rivoschio. L’area fu soggetta a frequenti e lunghi rastrellamenti, anche perché la costruzione della linea Gotica diede alla repressione del movimento partigiano caratteristiche particolarmente violente e coinvolse duramente la popolazione civile. Il 17 luglio 1944, ad esempio, militi del IV battaglione della polizia italo-tedesca rastrellarono l’area e, dal 18 al 21 agosto il rastrellamento ebbe esiti drammatici per la popolazione, come testimoniano le lapidi poste a Meldola e all’ingresso del Parco. Dal 29 settembre al 2 ottobre 1944 si svolse, sempre nei pressi di Rivoschio, una dura battaglia tra tedeschi e partigiani.

Nei pressi di Pieve di Rivoschio è visibile il paesaggio arido e brusco dei calanchi. La sua importanza nella guerra di Liberazione è testimoniata dalla presenza del Parco della Pace e della Resistenza, spazio pubblico del ricordo che si incontra sulla destra poco prima dell’abitato e che, oltre all’area verde, ospita un’arena per spettacoli all’aperto. L’ingresso è costituito da un loggiato disposto a semicerchio. Nella parte di sinistra una lapide ricorda le vittime del rastrellamento del 20 e 21 agosto 1944. Proseguendo lungo la strada si raggiunge il piccolo borgo costituito da poche case, un bar e il negozio di generi alimentari. Poco sopra il borgo si trova la ex scuola, sede della mostra La Linea Gotica. Da Massa a Pesaro, dal Tirreno all’Adriatico, allestita per iniziativa del Coordinamento provinciale per i luoghi della memoria. In futuro, l’edificio dovrebbe ospitare anche un ostello e permettere alle scolaresche e ai giovani di soggiornare e di approfondire la preparazione storica e naturalistica. La mostra occupa due stanze del piano terreno e illustra il periodo più tragico e angoscioso della storia dei territori toscano-romagnoli, attraversati nel 1943-1945 dalla Linea Gotica.

Il percorso della mostra si articola in tre macrosezioni. La prima funge da introduzione e analizza la fotografia come fonte storica. La seconda dà conto degli schieramenti in campo: i tedeschi, i fascisti, le formazioni partigiane, gli Alleati presenti in Italia con un esercito composto da uomini appartenenti a 26 nazioni diverse. La terza è dedicata agli “effetti di guerra” sulla popolazione civile costretta in una quotidianità precaria, minacciata dai bombardamenti, dalla cacciata dalle case per sfollamento, dalla fame e dalle stragi. Vengono qui illustrate le varie fasi della liberazione del territorio e i rapporti tra civili e Alleati. Quattro pannelli sono dedicati alla presenza della 8ª Brigata Garibaldi a Pieve di Rivoschio. L’ultimo documenta la battaglia svoltasi nei pressi di Rivoschio tra tedeschi e partigiani dal 29 settembre al 2 ottobre 1944 e i piani predisposti dal Comando dell’8ª Brigata per avanzare verso la pianura.