Museo Memoriale del 2° Corpo d’Armata Polacco a Montecassino

Lazio | Cassino (FR)

Il luogo e le vicende

Durante la campagna d’Italia, nella metà del maggio 1944, gli Alleati tentarono il quarto attacco alla Linea Gustav sul fronte di Cassino. L’obiettivo era di aprire una via agevole verso Roma, da sud verso nord, possibile solamente sfondando la linea difensiva tedesca a Montecassino, punto focale per l’accesso alla Valle del Liri e alla Casilina. Dopo quattro mesi di battaglie, il bombardamento dell’antichissima Abbazia (15 febbraio 1944) e del centro abitato di Cassino (15 marzo 1944), le migliaia di vite umane perdute e la distruzione di un’intera fetta di territorio, la resistenza tedesca sembrava non dare segni di cedimento. Le azioni dei paracadutisti tedeschi, soprannominati “diavoli verdi”, nascosti tra le macerie dell’Abbazia e della città, erano in grado di neutralizzare qualsiasi piccolo successo alleato e di far seguire ad ogni passo avanti uno indietro. La situazione di stallo, le fatiche e le perdite senza risultati accettabili abbassarono il morale delle truppe e indussero nei soldati alleati la sensazione che ogni tentativo fatto fino ad allora non fosse servito a niente. Prese così corpo nei comandanti delle truppe l’idea che fosse necessario trovare nuove forze per sostituire le divisioni ormai provate da oltre quattro mesi di guerra. Il generale Alexander, comandate delle Forze Alleate in Italia, decise che il compito della conquista dell’Abbazia di Montecassino, difesa dai tedeschi nascosti tra le macerie, sarebbe spettato all’esercito polacco. Il generale faceva leva sulla motivazione dei combattenti polacchi che avevano ancora vivo il ricordo dell’occupazione e distruzione della loro patria ad opera delle truppe tedesche. Il Secondo corpo d’armata polacco, in più, aveva alle spalle una storia travagliata: in seguito all’invasione tedesca ad est e di quella Russa ad ovest della Polonia (1939), più di un milione e mezzo di polacchi, infatti erano stati deportati nei campi di prigionia siberiani. Lo stesso comandante del Secondo corpo d’armata, generale Władysław Anders, che aveva resistito all’invasione russa, fu imprigionato a Mosca nel palazzo della Lubjanka, dove venivano reclusi i prigionieri politici prima di essere portati in Siberia, e detenuto lì per venti mesi in condizioni durissime. Liberati nel 1941, i soldati si ricostituirono ufficialmente in Iran. Il 17 Aprile i 51.962 uomini del corpo polacco si mossero dunque verso Cassino e divennero una parte indipendente dell’8ª Armata britannica guidata dal generale Oliver Leese. L’attacco a Montecassino, inizialmente previsto per il 24 maggio quando le condizioni meteo e del terreno sarebbero state più favorevoli, fu anticipato all’11. Il piano di battaglia di Anders, che coincideva con quello immaginato dal generale Heidrich della Prima divisione paracadutista tedesca, era quello di sottoporre il colle del Monastero ad una manovra a tenaglia. Dopo tre giorni di combattimenti, però, ogni tentativo di attacco polacco era stato respinto, e un intero corpo era stato annientato. Solo nella notte del 17 maggio, in seguito allo sfondamento della Linea Gustav (molto più a sud) sui Monti Aurunci da parte dei corpi di spedizione francesi, il comando tedesco ordinò la ritirata. Così le pattuglie polacche, incredule, la mattina del 18 maggio posero la loro bandiera, insieme a quella inglese, sulle rovine del monastero: la via per Roma era stata aperta.

 

Alla fine della guerra, dei 115.000 uomini che componevano il 2° Corpo, soltanto 14.000 decisero di tornare in Polonia. Si trattava per lo più di polacchi delle regioni occidentali della Polonia. Per gli altri, quelli originari delle regioni orientali annesse dall’URSS, che erano la maggioranza, tornare a casa poneva la concreta possibilità di restare vittime delle purghe staliniane, e non restò loro che la via dell’esilio. Nonostante il loro contributo alla liberazione del paese e gli oltre 4000 caduti, il governo italiano di unità nazionale respinse la richiesta inglese di accoglierne almeno 10.000. La maggior parte emigrò in Inghilterra, altri furono accolti in Canada, negli Stati Uniti, in Australia, in Argentina. Il Generale Anders, al quale fu tolta la cittadinanza dal governo comunista polacco, morì in esilio a Londra nel 1970 e volle essere sepolto nel cimitero di Montecassino.

 Inaugurato il 17 maggio 2014, in occasione del 70esimo anniversario della battaglia di Montecassino, il Museo Memoriale del Secondo Corpo d’armata polacco    si trova a poche centinaia di metri dall’Abbazia di Montecassino, nei pressi dell’entrata del Cimitero militare polacco. Il Memoriale è stato fortemente voluto dall’Associazione dei polacchi in Italia in collaborazione con l’Ambasciata polacca, e la sua realizzazione è stata possibile grazie al contributo  economico di diversi privati, aziende, fondazioni e associazioni, che hanno voluto onorare la memoria dei caduti e far conoscere la drammatica e generalmente ignota storia di questa insolita formazione militare. In un luogo fortemente evocativo qual è il cimitero polacco, il museo ha    innanzitutto la funzione di memoriale, ma è soprattutto un centro d’informazioni concepito per illustrare, a un pubblico più ampio di quello dei cittadini    polacchi in visita, il ruolo svolto dai soldati del 2° Corpo nella Liberazione d’Italia. Il padiglione che ospita il Museo è di forma circolare, realizzato    in pietra locale per fondersi con le forme dell’ambiente circostante e richiamare l’architettura del cimitero, con una copertura che funge da lucernario    per tutta la superficie.

Al centro della sala, un grande medaglione in fusione di ghisa del diametro di metri 2,00 rappresenta la mappa dell’Odissea del 2° Corpo d’armata polacco. All’inizio del percorso, a lato del medaglione, su un grande pannello a parete a forma convessa, detto in polacco “sciana emocjonalna”, sono riportate con scritte in polacco, italiano e inglese, immagini, fotografie,  testi, manifesti dell’epoca, mappe riguardanti il 2° Corpo, che introducono il percorso didattico della mostra. 

Nella parte che segue, la mostra ripercorre una vicenda più ampia. In dieci pannelli sono illustrate con testi e immagini le varie tappe della vicenda storica del 2° Corpo, a partire dall’invasione tedesca e sovietica della Polonia, con la deportazione dei polacchi in Siberia, la successiva liberazione dai gulag e la formazione del 2° Corpo in Medio Oriente, la partecipazione alla Campagna d’Italia, con le battaglie di Montecassino, Ancona e Bologna, fino ad arrivare all’esilio dei soldati del generale Anders nel dopoguerra. 

Al centro della sala, una grande pannello circolare in bronzo vi è una sorta di rappresentazione cartografica della presenza    polacca nella guerra. All’inizio del percorso un grosso pannello con scritte in polacco, italiano e inglese, a forma convessa, propone gigantografie    e documenti su vari aspetti della campagna militare, tra i quali una carta geografica con un percorso che va dalle Puglie a Cassino. Nella parte che    segue, in otto pannelli in bianco e nero, sempre alternando scritti, documenti, fotografie e cartografie, la mostra ripercorre una vicenda più ampia.    Vengono infatti raccontate le vicende della Seconda armata, a partire dall’invasione tedesca della Polonia e dalla deportazione dei polacchi in Siberia,    fino ad arrivare all’esilio dei soldati del generale Anders nel dopoguerra. Fanno anche parte dell’allestimento uno schermo che proietta filmati di    archivio e due postazioni multimediali: la prima dedicata ai cimiteri militari polacchi in Italia, che comprende un motore di ricerca delle tombe presenti    in quattro cimiteri (Montecassino, Loreto, Bologna e Casamassima); la seconda, dedicata ai bambini, racconta la missione dell’orso Wojtek, mascotte    dell’esercito che viaggia insieme alle truppe del generale Anders sulla rotta di guerra che va dall’Iran alla Gran Bretagna. 

Infine, si possono osservare anche due vetrine contenenti oggetti appartenuti a soldati del 2° Corpo trovati nel dopoguerra sul campo di battaglia di Montecassino, donati al Museo Memoriale dall’Associazione Battaglia di Cassino.

Fondazione del Museo Memoriale del 2° Corpo d’Armata Polacco in Italia