Piemonte | Chiusa Pesio (CN)
- Resistenza in montagna
Il luogo e le vicende
Lo sviluppo della lotta partigiana nel Cuneese fu, fin dalle prime settimane dopo l’8 settembre 1943, tra i più rilevanti del nord Italia. In Valle Pesio i primi gruppi confluirono rapidamente nella banda comandata da Piero Cosa che, sul piano militare, si impegnò in frequenti azioni di sabotaggio, soprattutto lungo le vie di comunicazione tra Piemonte e Liguria che rendevano la valle di forte interesse strategico. Tedeschi e fascisti risposero a queste azioni con ripetuti rastrellamenti e sanguinose rappresaglie che, tra gli effetti, ebbero però anche quello di accrescere i giovani che salirono in montagna e si affiancarono alla banda. Già alla fine del febbraio 1944 agiva in tutta la provincia una efficiente rete di informazioni, denominata “servizio X”. Tra il marzo e l’aprile 1944, però, un ampio rastrellamento tedesco che coinvolse le valli Corsaglia, Ellero e Pesio ‒ e che culminò in quella che viene ricordata la “battaglia di Pasqua” ‒ mise a dura prova la capacità militare della brigata. Nel luglio 1944 parte delle forze partigiane della valle guidate da Piero Cosa costituirono la 1ª Divisione Alpina che, successivamente, assunse il nome di 3ª divisione Alpi e, nel febbraio 1943, quello definitivo di Gruppo Divisioni Autonome “R”. Durante l’estate il movimento partigiano si accrebbe in tutte le valli; in Valle Pesio, oltre alla presenza di varie missioni alleate si intensificò il coordinamento tra formazioni di diverso orientamento politico. Nel dicembre 1944, però, un nuovo rastrellamento nazista accerchiò tutte le valli del monregalese occupate dalla 3ª e 4ª Divisione Alpi, disperdendo gli uomini e costringendo le formazioni ad una lenta riorganizzazione che solo nel marzo successivo consentì loro di riprendere l’attività militare. Nell’aprile 1945, tuttavia, le formazioni partigiane liberarono tutti i centri del Cuneese e vi insediarono l’autorità del Cln prima dell’arrivo degli Alleati.
l Museo della Resistenza di Chiusa Pesio è stato ufficialmente inaugurato nel marzo 2003 nell’antico palazzo comunale, una costruzione di impianto quattrocentesco, al centro della città. Esso, tuttavia, non è che l’ultima tappa di un percorso che ha radici lontane, fin dai primi anni Ottanta, quando nel 1985 l’associazione “Ignazio Vian” raccolse decine di immagini per la mostra La guerra partigiana dal Josina al Corsaglia. Diversi anni dopo, nel 1995, con le stesse fotografie è stata allestita un’altra mostra I sentieri della memoria, accolta in un primo tempo nei locali della scuola media “Vallauri”, poi nella Biblioteca civica della città. Nel 2000, gran parte del repertorio fotografico esposto è stato raccolto nel volume Immagini di Resistenza. Storia, memoria, fotografia curato da Adolfo Mignemi. Ora, con quelle immagini che si riferiscono alle vicende partigiane nelle valli Pesio, Ellero, Maudagna, Corsaglia e Josina, sono state allestite le diverse sale del Museo: molte di esse vennero scattate da don Giuseppe Bruno, giovane cappellano partigiano che aveva la passione per la fotografia, ma la maggior parte fu opera di sconosciuti fotografi d’occasione, non professionisti. Si tratta di fotografie che documentano numerosi momenti di vita partigiana, dagli spostamenti sulla neve alla celebrazione di riti e messe, dal recupero di paracaduti e materiali aviolanciati dagli Alleati alle ore di riposo tra un’azione e l’altra. Ogni immagine è accompagnata da annotazioni circa la sua provenienza, il contesto in cui è stata scattata, la data, l’autore. Il percorso museale ha una struttura scientifica rigorosa che mira ad inserire gli episodi della lotta partigiana locale all’interno di un contesto più ampio, regionale e nazionale. Attraverso percorsi flessibili, sia di carattere espositivo sia di tipo multimediale, e a partire dalle vicende del territorio, al visitatore è dunque possibile approfondire, di volta in volta, anche aspetti particolari della storia dell’intero Novecento. L’allestimento si snoda attraverso due percorsi principali: il percorso giallo – che ha come titolo Novecento: il secolo delle guerre ed è di carattere storico generale – e il percorso rosso, I sentieri della libertà in Valle Josina, Pesio, Ellero, Maudagna e Corsaglia, legato alla storia e alla documentazione locale. Tali percorsi sono illustrati da scenografie di forte impatto emotivo, da ingrandimenti delle immagini fotografiche e da una limitatissima selezione di oggetti, pienamente valorizzati nelle proprie specificità storico-documentali e nelle caratteristiche materiali. Tra questi, degni di nota sono senza dubbio l’altare da campo appartenuto a don Giuseppe Bruno, e la pedalina con cui veniva stampato il periodico clandestino “Rinascita d’Italia”. L’essenzialità del percorso, oltre a evitare la ridondanza confusa e ripetitiva di oggetti comuni, mira a sperimentare anche le opportunità di un percorso flessibile che consente, di volta in volta, la possibilità di approfondire specifici percorsi tematici: intere parti dell’allestimento, dunque, possono essere sostituite o aggiunte. Il fine prettamente didattico dell’allestimento è ben esplicitato nei pannelli che segnano il percorso, costruiti intorno ad un semplice ed efficace impianto di comunicazione e nei quali sono ben visibili cronologia, luoghi e persone. Alla ricerca di feconde suggestioni, inoltre, la visita alle sale è accompagnata da documenti sonori e filmati d’epoca. Sempre a fini didattici il museo ha predisposto un Cd-rom che ripropone in un percorso multimediale le immagini e gli oggetti visti, le voci e i suoni ascoltati e le parole lette. L’ultima delle quattro sezioni in cui il Cd è articolato fornisce anche indicazioni su come raggiungere i luoghi e come percorrere i sentieri lungo i quali si è svolta la lotta partigiana nelle valli del Cuneese sud-occidentale. Attualmente il museo è gestito dall’associazione “Resistenza sempre, nel rinnovamento”.
- Biblioteca di storia locale del Novecento
- Archivio testimonianze
- Archivio fotografico
- Attività didattiche
- Aula didattica
- Sala conferenze
- Catalogo del museo
- Visite guidate
- Bookshop
- Parcheggi in zona
- Accesso ai disabili
- Via Mazzini, 4 - Chiusa Pesio (CN)
- 0171/735554 Museo della Resistenza
- 0171/734990 Ufficio Turistico
- sentieridiresistenza@gmail.com
- http://www.sentieridiresistenza.it
- Auto: Dall’autostrada Torino-Savona, uscire a Mondovì, percorrere la statale per Cuneo fino a Beinette, quindi seguire sulla sinistra le indicazioni per Chiusa di Pesio.
- Sala della Resistenza di Alba (Cn)
- Memoriale della deportazione di Borgo San Dalmazzo (Cn)
- Museo della Resistenza di Boves (Cn)
- Sala della Resistenza di Bra (Cn)
- Casa Museo Galimberti di Cuneo
- Ecomuseo della Resistenza di Lemma (Cn)
- Casa delle memorie di S. Donato di Mango (Cn)
- Giovanni Griseri, Biasot. Generale contadino, Antoroto, Mondovì (Cn) 1979.
- Mario Donadei, Cronache partigiane. La banda di Valle Pesio, L’Arciere, Cuneo 1980.
- Albino Morandini, Il prete dei ribelli, Cappelli, Bologna 1979
- Adolfo Mignemi (a cura di), Immagini di Resistenza. Storia, memoria, fotografia, Comune di Chiusa di Pesio 2000.
- Giovenale Giaccardi, Le formazioni “R” nella lotta di Liberazione, Associazione partigiana “Ignazio Vian”, Cuneo 2002 (I ed. l’Arciere 1980).