Campania | Campagna (SA)
- deportazione e internamento
Il luogo e le vicende
Il museo, definito “Itinerario della memoria e della pace – Centro Studi Palatucci” è collocato all’interno dell’ex convento domenicano di San Bartolomeo, luogo in cui, durante il secondo conflitto mondiale, precisamente dal 16 giugno 1940 all’8 settembre 1943, fu istituto dal regime fascista un campo di Concentramento per Internati Civili di Guerra, il più grande d’Italia in struttura preesistente, divenuto poi un campo per soli ebrei stranieri, tutti maschi.
Oltre al convento di San Bartolomeo, fu aperta un’altra caserma, quella dell’ex convento francescano dell’Immacolata Concezione, attiva fino al marzo del 1941, poi chiusa per le fatiscenti strutture dei locali.
Una delle figure più significative legate alle vicissitudini degli ebrei a Campagna durante il secondo conflitto mondiale, è senza dubbio Giovanni Palatucci, nipote del vescovo mons. Giuseppe Maria Palatucci, e responsabile dell’Ufficio stranieri della Questura di Fiume, dal 1937 al 1944, anno del suo arresto. L’intesa tra zio e nipote portò alla salvezza di moltissimi ebrei, specie istriani, ai quali l’internamento a Campagna evitò la deportazione in campi nazisti, e li salvò da morte sicura.
La popolazione di campagna si adoperò per alleviare le sofferenze di vita degli internati, rendendo loro condizioni di vita tutto sommato accettabili, soprattutto in relazione alla sorte di tanti loro correligionari, deportati nei lager nazisti.
Nulla cambiò per gli internati, nel luglio 1943, in seguito alla caduta di Mussolini ma, nei giorni successivi all’armistizio dell’8 settembre , essi furono formalmente prosciolti dal direttore del campo in base alle relative disposizioni emanate dal capo della Polizia e, grazie all’aiuto della popolazione, riuscirono a fuggire prima dell’arrivo dei tedeschi in paese.
Per mettersi al sicuro, gli ex internati furono messi in condizione di fuggire, rifugiandosi tra le montagne.
Campagna, in quei giorni, subì due gravi bombardamenti: il più tragico si ebbe in piazza Mercato il 17 settembre 1943, quando si registrarono circa 200 morti, in gran parte civili. Con la liberazione e l’arrivo degli Alleati, il 19 settembre, il campo d’internamento fu trasformato in campo profughi gestito dagli alleati.
Il museo-itinerario e consistente in una mostra permanente di pannelli fotografici, e si sviluppa su due piani. A piano terra si trovano la sala mostre e la “sala emozionale”, oltre al chiostro del convento. Nella “sala emozionale” quattro proiezioni sincronizzate raccontano per immagini il viaggio della deportazione e l’arrivo a Campagna, in uno spazio che intende ripercorrere virtualmente i momenti diversi dell’esperienza di un deportato, con il quale il visitatore tende a immedesimarsi.
Al primo piano sono ospitati una galleria fotografica dedicata alla vicenda Palatucci, la “sala del memoriale” (dove vengono rappresentate le culture di provenienza degli ebrei internati a Campagna) e gli spazi della vita quotidiana del campo dell’epoca, cioè la sinagoga e la camerata. Ci sono anche altre due aree di memoria, la sala della Shoah, dove vengono ripercorsi gli eventi storici del fenomeno generale, in un’utile comparazione con la realtà di Campagna, la “sala dei nomi/via della fuga”, che ricorda i dati anagrafici degli internati del campo, e il fatto che essi ebbero, a differenza di milioni di loro correligionari, la possibilità di salvarsi. Un gioco di luci e ombre rappresenta la differenza tra la vita e la morte, tra un destino di oblio e la possibilità della speranza. Infine, oltre alla sala conferenze, il primo piano ospita anche lo spazio “Shoah donna”: si tratta di un’area propriamente didattica, creata e gestita dagli studenti dell’istituto magistrale di Campagna. Attraverso la messa a disposizione di materiali di approfondimento (libri, documenti, testimonianze etc.) e un laboratorio informatico, i visitatori hanno l’occasione di esaminare il tema della condizione femminile durante la Shoah.
A differenza di altri luoghi di internamento in Italia, la città di Campagna sembra voler preservare la memoria degli eventi che la videro involontaria protagonista. L’Itinerario ha proprio lo scopo di porsi come memoria permanente sia delle persone che subirono l’internamento sia di coloro che, dai Palatucci alla gente comune, si impegnarono per aiutarli.
- Via San Bartolomeo - Campagna (SA)
- 3382458618
- mnaimoli@unina.it
- mikiai@tiscalinet.it
- http://www.museomemoriapalatucci.it
- MOA – Museum of Operation Avalanche, Eboli (SA)
- Museo dello Sbarco e Salerno capitale, Salerno
- Carlo Spartaco Capogreco, Per una storia dell'internamento civile nell'Italia fascista, 1940-1943, Vita e pensiero, Milano [1996]
- Gianluca Petroni, Gli ebrei a Campagna durante il secondo conflitto mondiale, Edizione Comitato "Giovanni Palatucci" Campagna, Eboli (Sa) 2001
- Carlo Spartaco Capogreco, I campi del duce. L'internamento civile nell'Italia fascista, 1940-1943, Einaudi, Torino 2004.
- Giovanni Palatucci e gli ebrei internati a Campagna : memorie, rappresentazioni e nuove ricerche, a cura di Giuseppe Fresolone e Marcello Naimoli, EDUP, Roma 2017
- Una storia diversa. Gli Ebrei a Campagna 1940-1943, film-documentario,regia di Maria Giustina Laurenzi, Italia 2008