Museo casa di De Gasperi

Trentino Alto Adige | Pieve Tesino (TN)

Il luogo e le vicende

Pieve Tesino, che fino alla Grande guerra faceva parte del Tirolo meridionale, è un piccolo centro dell’altopiano del Tesino situato a 800 m di altezza in provincia di Trento.

Il paese è noto per avere dato i natali ad Alcide De Gasperi, e ancora oggi la sua memoria ne pervade strade e palazzi, a cominciare dall’edificio dove lo statista nacque il 3 aprile 1881.

Figlio di un gendarme originario del villaggio di Sardagna, vicino a Trento, e di una donna di Predazzo, in val di Fiemme, De Gasperi si laureò in filologia moderna a Vienna nel 1905. Fu nella capitale asburgica che entrò in contatto con il movimento cristiano sociale e iniziò a muovere i primi passi nella politica: eletto consigliere comunale di Trento nel 1909, due anni più tardi fu il più giovane deputato al Parlamento dell’impero di Vienna. Qui si impegnò per l’autonomia delle popolazioni italiane del Trentino e, allo scoppio della guerra contro l’Austria, si schierò per la neutralità italiana. Dopo la guerra e l’annessione del Trentino all’Italia, De Gasperi continuò l’attività politica fino ad essere eletto deputato nelle liste del Partito popolare nel maggio 1921. Divenuto segretario del partito nel 1923, dopo l’iniziale sostegno al governo Mussolini guidò l’opposizione al nascente regime. Arrestato a Firenze nel marzo 1927 con l’accusa di espatrio clandestino, fu condannato a due anni e sei mesi di reclusione fino a quando non gli venne concessa la la libertà vigilata grazie all’intercessione della Santa Sede. Dal 1929 si rifugiò in Vaticano, dove ottenne un incarico da bibliotecario e dove contribuì alla riorganizzazione di un partito di ispirazione cristiana, che nel 1942 sarebbe diventato la Democrazia Cristiana.

Con la caduta del fascismo, in rappresentanza del suo nuovo partito, di cui fu anche segretario dal 1944, entrò a far parte del Comitato di liberazione nazionale. Nel 1944 fu ministro degli esteri nei governi Bonomi e Parri, e dal dicembre 1945 presidente del consiglio alla guida di un governo di unità nazionale. Nel gennaio 1947 si recò negli Stati Uniti, dove ottenne il sostegno economico alla ricostruzione italiana, offrendo in pari tempo garanzie circa l’adesione dell’Italia al Patto atlantico. Al governo a più riprese dal 1945 fino al 1953, morì a Sella di Valsugana il 19 agosto 1954. È sepolto a Roma, nel porticato della Basilica di San Lorenzo fuori le mura.

La Casa museo De Gasperi è aperta al pubblico dal 2006. In essa non si vuole dare conto solo della storia dello statista democristiano, ma si cerca di unirla a quella del Trentino – e del Tesino in particolare – dal punto di vista dell’evoluzione della comunità dedita – tra le altre attività – anche al commercio ambulante di stampe.

Naturalmente, la figura di De Gasperi è dominante: alla sera, dalle finestre illuminate dell’edificio si riconoscono in controluce le immagini di Alcide De Gasperi e dei suoi familiari, per ribadire che la sua presenza, nella casa e in paese, non è mai venuta meno.

L’ingresso simboleggia il punto da cui ebbe inizio il viaggio di uno dei grandi protagonisti del Novecento e da cui oggi riparte un significativo viaggio della memoria.

Da lì si sale per quattro piani, ciascuno dedicato ad una fase della vita di De Gasperi, divisa da due cesure rappresentate dalle guerre mondiali e dal dopoguerra.

Non si tratta però di una casa rimasta com’era, non si trovano mobili d’epoca, ma tra le sale ci si muove lungo un allestimento moderno, nel quale la vita di De Gasperi si intreccia con la storia del Trentino, dell’Italia e dell’Europa del secolo scorso attraverso documenti, testimonianze e ricostruzioni, suoni e immagini.

Il primo piano sintetizza i temi del viaggio: non solo l’atrio – costruito come una sala d’attesa dove De Gasperi attende il suo treno –, ma anche il rumore di un convoglio a vapore ci riportano a questa dimensione. Qui la partenza è il villaggio di Pieve Tesino, mentre l’orizzonte è rappresentato – simbolicamente ma non solo – dall’Europa.

I successivi tre piani ripercorrono la vita di De Gasperi mantenendo la divisione in “tre vite”: la prima, 37 anni vissuti nel Trentino asburgico, è raccontata al primo piano; la seconda, nel Regno d’Italia tra le due guerre, al secondo piano; la terza è accennata al terzo piano.

Il periodo della vita di De Gasperi durante il fascismo è raccontato al secondo piano, dove alcuni oggetti, tra cui una macchina da scrivere e un foglio bianco, richiamano la sua attività di giornalista ma anche l’impossibilità, sotto il regime, di esprimere liberamente i propri pensieri. Qui si trova anche la porta della cella di un carcere ad evocare gli anni di prigionia. Purtroppo, non è stato dedicato spazio all’attività di De Gasperi nel Comitato centrale di liberazione nazionale, né nei governi Bonomi del 1944.

Il terzo piano, inoltre, è dedicato a ricerche e studi, con una biblioteca e uno spazio per ricerche didattiche da svolgere anche in autonomia.

Al quarto e ultimo piano, infine, si trova la ricostruzione della stanza dove De Gasperi nacque (solo il pavimento e l’infisso di una finestra sono quelli originali). Nella stanza è presente solo una culla, accanto alla quale si vedono la proiezione di una donna che culla un bambino e altri filmati su De Gasperi, insieme a brani tratti da lettere scritte alla moglie. Qui la valenza simbolica del messaggio è forte: il percorso non si conclude con la morte, ma con una nascita, sovrapponibile alla nascita della comunità europea.

La casa fa parte della rete delle case dei padri fondatori d’Europa, un circuito che comprende le dimore di Konrad Adenauer a Bad Honnef-Rhöndorf (Germania), di Jean Monnet a Bazoches-sur-Guyonne (Francia) e di Robert Schuman a Scy-Chazelles (Francia). Dal 2011 – sul modello delle altre– al museo si è aggiunto un nuovo spazio, il Giardino d’Europa De Gasperi, un emiciclo fiorito collocato all’interno dell’Arboreto del Tesino che con la sua forma a teatro greco evoca il Parlamento europeo.

Fondazione trentina De Gasperi