Veneto | Padova (PD)
- resistenza nelle città
Il luogo e le vicende
Subito dopo l’8 settembre a Padova fu istituito il Comitato di liberazione regionale veneto per iniziativa del rettore dell’Università Concetto Marchesi, del prorettore Egidio Meneghetti e del professore Silvio Trentin. Il 9 novembre, all’apertura dell’anno accademico, lo stesso Concetto Marchesi aveva lanciato il suo appello ai giovani perché si opponessero agli occupanti tedeschi e ai fascisti. L’università divenne così il centro operativo della Resistenza, nonostante i tentativi fascisti di repressione (alla fine del mese di novembre gli squadristi del locale battaglione Ettore Muti arrestarono Silvio Trentin e Norberto Bobbio, direttore dell’istituto di Filosofia del diritto). Gran parte degli studenti dell’ateneo che presero parte alla lotta partigiana fu inquadrata nelle squadre azioniste di Giustizia e Libertà, e soprattutto nei gruppi guastatori addestrati da Otello Pighin. Altri entrarono anche nelle formazioni garibaldine e cattoliche. I garibaldini si erano costituiti in battaglione per primi a Montagnana, mentre a Cittadella i cattolici avevano dato vita a tre brigate intitolate a Damiano Chiesa. Altri gruppi autonomi, infine, si mescolarono a più riprese con le brigate cattoliche originando una situazione piuttosto vivace. L’intensa attività partigiana in città e fuori –sabotaggi ai trasporti militari, attacchi a sedi e reparti tedeschi e fascisti, scioperi alla Stanga e alla Breda – determinò una intensa reazione sia da parte dei tedeschi che dei fascisti. Furono gli uomini della famigerata banda capeggiata dal maggiore Carità a fermare, ad esempio, il 27 novembre 1944, quasi tutti i dirigenti della delegazione veneta delle brigate Garibaldi, a fucilare, il 7 gennaio 1945, Otello Pighin e ad arrestare lo stesso giorno Egidio Meneghetti, poi deportato al lager di Bolzano. La repressione continuò fin ai giorni dell’insurrezione, verso la fine dell’aprile 1945, quando i tedeschi massacrarono oltre trecento partigiani, patrioti e civili insorti in tutta la provincia. Solo tra il 28 e il 29 aprile si arresero di fronte ai partigiani e alle avanguardie della 2a Divisione neozelandese. I fascisti invece avevano firmato la resa il 27 aprile senza combattere.
Inaugurato l’8 febbraio 2004, il Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea si trova a fianco del piano nobile dello Stabilimento Pedrocchi, in una sede che fu al centro di un episodio cruciale dei disordini del 1848, e che vide protagonisti gli studenti dell’Università. Nel nuovo allestimento, il Museo si propone di dare una testimonianza degli eventi e dei personaggi che parteciparono attivamente alla storia di Padova a partire dalla caduta della Serenissima nel 1797, passando per le guerre del Risorgimento e il primo conflitto mondiale fino alla Costituzione italiana del 1948. Il materiale esposto risponde all’intento di mettere in evidenza sia l’aspetto strettamente storico degli eventi, sia la trasformazione economica e sociale di Padova. Le collezioni comprendono interessanti documenti materiali del periodo come armi, sculture e tele, monete e medaglie, uniformi, cimeli e decorazioni. Il periodo fascista è ricordato, tra l’altro, dalle immagini dell’adunata in Prato della Valle per il discorso che Benito Mussolini tenne il 24 settembre del 1938, alla vigilia del conflitto mondiale, e da un nerbo che veniva utilizzato dagli squadristi. Tra le testimonianze della Seconda guerra mondiale e della Resistenza figurano 13 medaglie d’oro al Valor Militare assegnate ad altrettanti padovani, o le immagini dell’11 marzo del 1944, quando una bomba alleata colpì gli affreschi del Mantegna nella cappella Ovetari agli Eremitani. All’esposizione di oggetti storici, il Museo aggiunge una raccolta di pellicole provenienti dall’Imperial War Museum di Londra e dall’Istituto Luce di Roma. I filmati documentano le prime riprese “mute” effettuate dall’aereo da uno dei primi piloti, la propaganda fascista degli anni Trenta, le devastazioni dei bombardamenti e le giornate della Liberazione con l’arrivo delle truppe angloamericane. L’ultimo contributo, inedito, è un filmato britannico nel quale gli operatori dell’8ª Armata hanno ripreso le strade e le piazze padovane il 29 aprile 1945, assiepate di folla esultante per la conclusione del conflitto.
- Stabilimento Pedrocchi - Piazzetta Cappellato Pedrocchi 2 - Padova (PD)
- 049-8781231
- segreteria@caffepedrocchi.it
- http://padovacultura.padovanet.it/it/musei/museo-del-risorgimento
- www.caffepedrocchi.it
- Museo dell’internamento e tempio dell’Internato ignoto Padova
- Museo del Risorgimento e della Resistenza di Vicenza
- Franca Pellegrini (a cura di), Il Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea a Padova, Skira, Milano 2004
- Giluliano Lenci, Giorgio Segato, Padova nel 1943. Dalla crisi del regime fascista alla Resistenza, Il Poligrafo, Padova 1996
- Il Veneto nella Resistenza. Contributi per la storia della lotta di Liberazione, Associazione degli ex consiglieri della Regione Veneto, Vittorio Veneto 1997
- Umberto Zampieri (a cura di), La Resistenza a Padova. Protagonisti, storie, lotte, Il Poligrafo, Padova 2009