Liguria | Carpasio (IM)
- resistenza in montagna
Il luogo e le vicende
In provincia di Imperia, strategico anello di congiunzione tra Liguria, Lombardia e Piemonte, la resistenza si organizzò già all’indomani dell’8 settembre 1943 e andò irrobustendosi fino alla costituzione, nel luglio 1944, della 2a Divisione d’assalto Garibaldi “Felice Cascione”, che prese il nome dal comandante partigiano eroicamente morto in combattimento ad Alto, in provincia di Savona, il 27 gennaio 1944, e che era composta da tre brigate: la I, posizionata nella zona di Albenga, la IV nella Valle Argentina e la V tra la Valle Argentina e la frontiera francese. I tedeschi, però, intuendo l’organizzazione e il potenziamento delle formazioni partigiane, nell’estate 1944 avviarono una serie di rastrellamenti, nell’estate 1944, che colpirono particolarmente l’entroterra, devastando interi paesi come avvenne a Triora e Molini di Triora l’11 e il 12 luglio 1944. Dopo lo sbarco alleato in Provenza del 15 agosto 1944 e la formazione di un nuovo fronte sulle Alpi Marittime, i partigiani intensificarono le azioni nel retrofronte tedesco e avviarono la “battaglia dei ponti”, cioè la distruzione sistematica dei ponti per bloccare le vie di comunicazione utilizzate dai tedeschi. L’estate, e in particolare il mese di settembre 1944, segnò una fase di grande avanzata della lotta partigiana, che inflisse pesanti sconfitte ai presidi fascisti o tedeschi della zona, come avvenne a Monte Grande il 4-5 settembre, a Badalucco il 25 o a Pigna ai primi di ottobre, dove per pochissimi giorni si formò una zona libera. L’8 ottobre, tuttavia, proprio da Pigna prese avvio un massiccio rastrellamento tedesco che investì vallate, montagne e paesi. Il 17 ottobre a Upega, in una valle del basso Cuneese, fu sorpreso il Comando della 2a divisione “F.Cascione”: i partigiani uccisi furono una ventina. Tra di essi, il comandante Silvio Bonfante “Cion”, che era stato ferito in un combattimento a Vessalico qualche giorno prima, si suicidò pur di non cadere nelle mani dei tedeschi. Nonostante i continui e incessanti rastrellamenti dell’inverno 1944-45 − durante i quali furono colpiti duramente anche alcuni villaggi dell’entroterra come Castelvittorio o Torre Paponi, o gli stessi comandi partigiani, come avvenne a Niuni il 31 gennaio, quando otto partigiani furono uccisi durante un assalto tedesco al Comando della IV Brigata − i “ribelli” proseguirono nel tentativo di contenere gli assalti nazifascisti fino alla mobilitazione dell’aprile 1945. Alla vigilia della Liberazione i partigiani scesero dalla montagne verso la costa, e tra il 25 e il 26 aprile, mentre le due brigate della II Divisione “Cascione” occupavano le città costiere da Ventimiglia a Taggia e da Riva Ligure a Oneglia, le quattro brigate della VI Divisione “Bonfante” occuparono i comuni da Oneglia a Diano, ad Alassio, Albenga fino all’alta Val Tanaro.
Il museo della Resistenza di Carpasio, tipico borgo della Valle Argentina, è un piccolo centro espositivo che documenta la vita e le azioni dei partigiani nell’entroterra montuoso del Ponente ligure. È allestito in un “casone”, abitazione rurale caratteristica di queste valli dove, nel giugno 1944, si riunirono oltre venti comandanti partigiani per organizzare e coordinare la Resistenza nell’Imperiese e dove, nel dicembre di quello stesso anno, si costituì il comando della Prima zona Liguria. La decisione di realizzare una mostra permanente a Carpasio risale agli anni Settanta, quando l’Anpi di Imperia divenne proprietaria della casa; dopo tre anni di lavoro volontario da parte dei partigiani − nei quali il casone fu anche completamente ristrutturato − venne allestita una prima esposizione, inaugurata nell’ottobre 1982. Nel corso degli anni, inoltre, la collezione si è progressivamente arricchita di nuovo materiale espositivo, trovato nelle borgate vicine o tra i boschi, come armi o residui di bombe e quindi consegnato al museo. Attualmente l’allestimento si compone di due sale: in quella inferiore è esposta una grande carta topografica con le zone operative delle varie brigate del Comando della Prima zona Liguria; inoltre, in una bacheca al centro della stanza sono conservati cimeli come divise, elmetti, armi ma anche oggetti di vita quotidiana, stoviglie, borracce e alcune lanterne utilizzate dai partigiani, insieme alla barella sulla quale fu trasportato Silvio Bonfante dopo essere stato ferito durante la battaglia di Vessalico, in valle Arroscia, nell’ottobre 1944. La sala al secondo piano ospita altre armi, sia italiane che tedesche, bidoni e casse lanciati dagli Alleati, ricetrasmittenti da campo e alcuni rottami di un aereo tedesco caduto in zona. Il museo è arricchito anche da numerose fotografie, esposte in pannelli sulle pareti delle due stanze, che ritraggono vittime di eccidi e fucilazioni, paesi distrutti dai rastrellamenti, ma anche scene di vita quotidiana e numerosi ritratti di partigiani. Nel cuore di una zona ancora scarsamente raggiunta da cementificazioni o speculazioni edilizie, i visitatori del piccolo museo di Costa di Carpasio riescono ad avere un’idea dell’ambiente originario in cui vissero e combatterono i partigiani oltre sessanta anni fa, favorita dalla particolare atmosfera di distanza dalla modernità che vi si respira. Il museo è dunque solo una delle tracce della lotta partigiana nel territorio: nel bosco che si trova nelle vicinanze della casa è ancora possibile, ad esempio, osservare un grosso castagno che serviva come rifugio d’emergenza ai combattenti malati, nel cui tronco cavo potevano trovare riparo fino a sette persone. Il museo della Resistenza di Carpasio, inoltre, è una delle tappe della serie di Itinerari della memoria in provincia di Imperia, inseriti nel progetto transfrontaliero La memoria delle Alpi, che ha individuato nel territorio della provincia di Imperia una serie di percorsi e di luoghi di visita rappresentativi della storia tra il 1938 (anno di emanazione delle leggi razziali in Italia) e il 1945, collocati principalmente in piccoli borghi dell’entroterra.
- Loc. Costa di Carpasio - Carpasio (IM)
- 0183-650755 Istituto della Resistenza di Imperia
- isrecim@virgilio.it
- http://www.isrecim.it
- Francesco Biga, Storia della Resistenza imperiese (I Zona Liguria), vol. III, Amministrazione provinciale di Imperia – Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Imperia, Imperia 1978
- Francesco Biga (a cura di), Medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza alla I Zona Liguria. Imperia 1980, A. Dominici, Imperia 1980
- Francesco Biga, Storia della Resistenza imperiese (I Zona Liguria), vol. IV, Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Imperia, Imperia 2005
- Francesco Biga, Ferruccio Iebole, Storia della Resistenza imperiese (I Zona Liguria), Vol.V., Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Imperia, Imperia 2017)
- Osvaldo Contestabile, La Libera Repubblica di Pigna, Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Imperia, Imperia 1985
- Gino Glorio (“Magnesia”), Alpi marittime 1943/45. Diario di un partigiano, 2 voll., Nuova editrice Genovese, Genova 1979-1980
- Mario Mascia, L’epopea dell’Esercito Scalzo, Alis, Sanremo 1947
- Carlo Rubaudo, Storia della Resistenza imperiese (I Zona Liguria), vol. II, Amministrazione provinciale di Imperia – Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Imperia, Imperia 1992
- Giovanni Strato, Storia della Resistenza imperiese (I Zona Liguria), vol. I, Amministrazione provinciale di Imperia – Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Imperia, Imperia 1976
- Itinerari della memoria nella provincia di Imperia, 2005