Museo della Resistenza di Valsaviore

Lombardia | Cevo (BS)

Il luogo e le vicende

Insieme a Darfo e Cividate, la Valsaviore fu uno dei poli principali della Resistenza in Val Camonica. Qui, nell’ottobre del 1943, nacque la 54ª Brigata Garibaldi, intitolata a Bortolo Belotti e, sul fronte opposto, operava la tristemente nota Banda Marta, un gruppo di miliziani fascisti che seminava terrore attraverso rapine, furti ed efferate violenze. Questa formazione irregolare ma perfettamente armata era giunta in zona nel maggio 1944 su indicazione del comando tedesco che ‒ a detta del comando provinciale della Gnr ‒ ne aveva ingaggiato gli uomini « per combattere i banditi con le loro stesse armi e con i loro sistemi». Gli uomini della Banda Marta, quindi, presero a risalire la valle sostenendo di essere partigiani ansiosi di unirsi ai loro compagni, una provocatoria forma di antiguerriglia, diretta dai tedeschi, che alternò i furti alle violenze: in quei giorni di maggio, infatti, vennero rubati muli e vitelli, svaligiati i negozi, saccheggiate le abitazioni. Il 19 maggio, poi, furono uccise 6 persone in diverse località Anche il piccolo paese di Cevo che oggi ospita il museo fu teatro di una feroce rappresaglia da parte dei fascisti di Berno che, il 3 luglio 1944 ‒ in occasione dei funerali del giovane partigiano Luigi Monella, rimasto ucciso in uno scontro a fuoco qualche giorno prima alla centrale di Isola ‒ lo misero a ferro e fuoco, dando alle fiamme 151 edifici che bruciarono per tre giorni e uccidendo 5 uomini e una donna. Centinaia di persone rimasero senza casa mentre il comando fascista di Breno dichiarava che la Val Camonica sarebbe diventata una valle di sangue. Tuttavia il piano di distruggere Cevo, e con esso la Resistenza nella Valsaviore e nella confinante Val Malga, non diede i risultati sperati dai fascisti, e contribuì anzi a rinsaldare il legame tra popolazione e formazioni partigiane. L’amministrazione del paese fu affidata a una giunta in contatto con il comando partigiano mentre il 3 settembre, in località Plà Lonc, sopra Cevo, si tenne un grande raduno tra i garibaldini della 54ª Brigata e la popolazione della Valsaviore per condividere le scelte da compiere, rafforzando così l’unità in valle e la volontà popolare di proseguire la lotta di Liberazione.
Il Museo della Resistenza di Valsaviore si trova a Cevo nell’edificio che ospita anche la scuola primaria, nei pressi della Pineta. Un luogo fortemente voluto dall’Anpi Valsaviore e dall’Associazione “Museo della Resistenza di Valsaviore”, per approfondire e documentare i fatti che hanno segnato la comunità della Valsaviore negli anni della lotta di Liberazione, con particolare riguardo per l’attività della 54ª Brigata Garibaldi e per le vicende che hanno portato all’incendio di Cevo del 3 luglio 1944. Attualmente il museo è chiuso per ristrutturazione ma rimane vivace la sua attività di divulgazione storica che si traduce in iniziative pubbliche, presentazioni di libri e documentari, celebrazioni e raduni. Nel progetto di riallestimento, il percorso museale prevede spazi di esposizione dei materiali conservati e di narrazione degli eventi tramite pannelli di grandi dimensioni e monitor tramite cui proporre videoregistrazioni di testimonianze sull’esperienza partigiana in Valsaviore. A questi spazi di informazione se ne aggiungeranno altri per le attività didattiche e di intrattenimento sui temi che il Museo propone, e altri ancora per ospitare mostre temporanee su temi pertinenti con il Museo. Alcune sale, poi, saranno dedicate al “racconto” dell’incendio di Cevo con installazioni sonore e luminose miranti a potenziare l’effetto emozionale dell’esposizione. Un’ultima sala, infine, dovrebbe ospitare la bibliomediateca e l’archivio ed essere dunque destinata alla consultazione di pubblicazioni, documenti cartacei e audio. Essa non rientrerà perciò nel percorso dei visitatori, ma solo di coloro che, a vario titolo, sono interessati all’approfondimento, allo studio e alla ricerca.
Associazione “Museo della Resistenza di Valsaviore”