Museo dello sbarco alleato

Lazio | Nettuno (RM)

Il luogo e le vicende

Nettuno è comune costiero a sud di Roma, unito amministrativamente ad Anzio fino al 1856 e tra il 1939 e il 1945, periodo in cui i due paesi formarono il comune unico di Nettunia.

Le spiagge contigue dei due centri furono teatro di uno dei più importanti sbarchi navali della seconda guerra mondiale: alle prime ore del 22 gennaio 1944 un convoglio di 374 navi sbarcò la prima divisione britannica sul tratto di costa fra le località Tor Caldara e Tor San Lorenzo a nord di Anzio mentre la terza divisione statunitense prendeva terra sud sull’arco costiero compreso tra Nettuno e Torre Astura, convenzionalmente noti come Peter Beach e X Ray Beach. Prendeva così avvio l’operazione “Shingle”, voluta soprattutto dal primo ministro inglese Winston Churchill e approvata durante la conferenza di Marrakech del 7-8 gennaio di quell’anno.

Oltre alle due divisioni erano aggiunte altre forze costituite da reparti dei genieri e da un gruppo di assalto di Rangers, i primi soldati che misero piede sulla testa di ponte e occuparono il porto. Intanto due navi lanciarazzi concentravano un fuoco intensissimo sulle spiagge designate allo sbarco. Le operazioni di sbarco furono agevolate da un clima favorevole, ma dopo alcuni giorni il maltempo causò notevoli disagi intralciando il resto delle operazioni militari.

Contrariamente alle aspettative, i reparti sbarcati non tentarono neppure di dirigersi verso Roma ma, approfittando di una situazione favorevole per la limitata presenza tedesca, rimasero intorno alla zona dello sbarco per costruire una “testa di ponte”, cioè una fortificazione sulla riva per proteggere il passaggio delle truppe.

Strategicamente, l’obiettivo che dovevano perseguire gli uomini del comandante John P. Lucas era quello di creare e rafforzare quella testa di ponte, dalla quale poter muovere trasversalmente, attraverso i Castelli Romani, verso le vie Casilina e Prenestina, per tagliare le vie di comunicazione alle spalle del XIV Corpo d’Armata tedesco che era a Cassino e prenderlo tra due fuochi.

Le manovre diversive sul fronte di Cassino, con l‘attraversamento del fiume Rapido, non ebbero successo. Anche i tentativi di sorpresa – come quello statunitense dei Rangers a Cisterna di Littoria (29-30 gennaio) e quello britannico degli Sherwood Foresters a Campoleone (31 gennaio–4 febbraio) non riuscirono e anzi provocarono molte vittime. Nonostante la temporanea ripresa di Aprilia (9 febbraio), dal 16 al 19 febbraio la reazione tedesca fu molto violenta giungendo quasi a ricacciare in mare la testa di ponte.

La quasi totalità della popolazione di Anzio e Nettuno – insieme a profughi di Aprilia, di Ardea e dell’Agro Pontino con il loro carico di bambini e di scarse masserizie – fu imbarcata su navi alleate dal porto di Anzio fino a Napoli, per essere smistata a sud verso zone più calme. Non poche furono le vittime tra i civili, non solo a causa dei combattimenti terrestri, ma soprattutto per il martellamento delle artiglierie e delle incursioni aeree. Bombardamenti aerei colpirono e distrussero quasi totalmente centri abitati strategicamente rilevanti, come Velletri e Cisterna e sconvolsero le fertili campagne intorno, costringendo gli abitanti a fuggire nei campi o allo sfollamento forzoso decretato dai tedeschi. Questa situazione si protrasse per quattro mesi, in dipendenza dall’andamento delle operazioni sul fronte di Cassino.

A fine maggio, l’andamento della guerra si capovolse con dure battaglie che permisero agli Alleati di prendere Cisterna (25 maggio), riconquistare Aprilia (28 maggio), occupare di Velletri (1° giugno), prima di entrare a Roma il 4 giugno.

Basato in origine sulla collezione di Silvano Casaldi, il museo fu inaugurato nel 1994, cinquantesimo degli avvenimenti, perché il Comune di Nettuno ne riconobbe la funzione nel testimoniare alle giovani generazioni un evento che segnò profondamente la storia italiana ed europea, oltre che la vita locale.

L’itinerario espositivo utilizza documentazione fotografica d’epoca, per ricostruire – attraverso pannelli disposti in ordine cronologico – gli avvenimenti che dallo sbarco di Anzio e Nettuno del 22 gennaio vanno alla liberazione di Roma (4 giugno 1944). Le immagini, accompagnate da giornali d’epoca, documenti, manifesti e filmati, inquadrano efficacemente l’esposizione in vetrine e teche di materiali rinvenuti da diversi cittadini nel territorio circostante, attraversato per quattro mesi dalla furia dei combattimenti. Oltre alle armi sono state recuperate anche di attrezzature, uniformi, elmetti, dotazioni personali militari e suppellettili che permettono di avere un’idea non solo dell’attività militare, ma anche della vita quotidiana.