Museo Storico della Resistenza

Toscana | LU (Stazzema)

Il luogo e le vicende

Sant’Anna, frazione del comune di Stazzema (Lucca), si trova sulle estreme propaggini meridionali delle Alpi Apuane, a 660 mt. sul livello del mare. Il paese non è costituito non da un unico agglomerato, bensì da vari borghi, con denominazioni diverse, disseminati nella vallata dominata dai monti Gabberi e Lieto. Nel 1944 i vari borghi, collegati fra loro e alla valle solamente da sentieri e mulattiere, contavano in tutto 400 abitanti, dediti per lo più all’agricoltura montana, alla pastorizia ed al lavoro nelle vicine miniere di ferro del Monte Arsiccio. Difficilmente raggiungibile, e situata in una posizione abbastanza defilata rispetto al fronte Appenninico della linea Gotica, Sant’Anna dovette apparire come una zona sicura agli oltre mille sfollati provenienti dalla Versilia e dalle città della costa tirrenica che si andarono ad aggiungere alla popolazione locale. Il paese appariva infatti come un’oasi tranquilla rispetto a quanto stava accadendo sulla costa e più a sud, dove – dopo la liberazione di Roma – erano iniziate le operazioni di arretramento dell’esercito tedesco verso l’Italia settentrionale. Allo stesso tempo, la Versilia e l’area apuana erano considerate dai tedeschi zone strategiche nelle quali non tollerare alcuna forma di resistenza. Nella zona furono quindi organizzate continue operazioni di rastrellamento per “ripulire” le retrovie dalle formazioni partigiane e punire la popolazione civile, considerata sostenitrice dei partigiani. Nel luglio del 1944 tutta la zona delle Alpi Apuane venne investita dall’ordine di sfollamento: alcuni paesi come Querceta, Ripa, Vallecchia, Strettoia, vennero completamente cancellati, in altri, come Forte dei Marmi, Arni, Seravezza, Pietrasanta, Stazzema, venne ordinata l’evacuazione con il conseguente esodo della popolazione verso il nord. Anche la 10ª Brigata Garibaldi “Gino Lombardi” ‒ che operava nelle montagne circostanti Stazzema ‒ dovette abbandonare la zona e, anche se qualche combattente decise di rimanere, il grosso dello schieramento non si trovava più in zona nei giorni della strage. Nella mattina del 12 agosto arrivò a Sant’Anna l’intero II battaglione del 35° reggimento della 16° SS panzer Granadier Division, accompagnato da guide italiane, per lo più fascisti locali, che operò un massacro generalizzato della popolazione in diverse borgate. In località Vaccareccia vennero uccise una settantina di persone con bombe a mano e colpi di mitra. Altri centotrenta abitanti della borgata il Pero e numerosi sfollati vennero massacrati nella piazzetta antistante la chiesa di Sant’Anna; le vittime, orrendamente massacrate, erano in gran parte vecchi, donne e bambini dato che gli uomini, avvertiti dell’arrivo delle truppe tedesche, pensando ad un’operazione di rastrellamento di manodopera, erano fuggiti dall’abitato. I corpi delle vittime vennero poi cosparsi di benzina e incendiati. Numerose altre uccisioni avvennero nelle località circostanti: Franchi, le Case, Colletti, Mulini al Colle, Mulini di Stazzema e Capezzano Monte in un crescendo di feroce violenza. Dopo la strage le truppe tedesche si diressero verso Valdicastello dove rastrellarono tutti gli sfollati (quattordici dei quali uccisi in località Molino Rosso) che trasferirono successivamente a Pietrasanta per poi avviarli al lavoro coatto e alla deportazione. Tra questi, 53 vennero uccisi il 19 agosto a Bardine San Terenzio. Le vittime in totale furono 560.

Il museo storico della Resistenza è allestito all’interno dei locali destinati un tempo alla scuola elementare del paese. Inaugurato nell’autunno del 1982 dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini, il 19 settembre 1991 venne trasformato nell’attuale Museo Storico della Resistenza. Fino al giugno 2005, il Museo ha ospitato una mostra storico-documentaria, che ripercorreva cronologicamente le fasi della Resistenza in Versilia e le stragi compiute dai nazifascisti nel settore Tirrenico della Linea Gotica. Nel febbraio 2007 venne inaugurato l’attuale allestimento suddiviso in sezioni tematiche. Attraverso documenti originali, pannelli didascalici, manifesti, avvisi e quotidiani dell’epoca, materiale fotografico, audiovisivo e multimediale, oggetti e testimonianze autentiche, il Museo offre ai visitatori una panoramica delle vicende svoltesi nel periodo 1940-1945 in Toscana, con uno sguardo particolare rivolto alla Versilia e alle stragi dell’estate 1944. Al piano superiore è allestita la mostra I bambini ricordano, nella quale le foto di Oliviero Toscani ritraggono alcuni superstiti, bambini il 12 agosto 1944, affiancati dalle loro testimonianze. Infine, nella saletta Rossa viene ripercorsa la storia dell’eccidio di Sant’Anna, la storia delle vittime e delle fasi cruciali della ricerca storica della verità, fino agli atti del processo a carico degli imputati della strage, conclusosi il 22 giugno 2005 presso il Tribunale Militare di La Spezia, proseguito con la sentenza di Appello nell’ottobre 2006 e conclusosi con la definitiva ratifica della Suprema Corte di Cassazione nel novembre 2007 che ha confermato la condanna all’ergastolo di dieci Ss colpevoli del massacro. All’esterno del museo si trova il Parco Nazionale della Pace istituito nel 2000 che comprende, oltre al museo, tutta l’area che va da Col di Cava e tutto il versante del monte Lieto e le piccole frazioni circostanti. All’interno del Parco è situata la Via Crucis, un percorso costituito da una mulattiera lastricata che dalla piazza della chiesa di Sant’Anna sale verso l’Ossario, punteggiato da 14 formelle di bronzo che evocano le tappe del calvario di Cristo e i momenti tragici della strage di Sant’Anna. La salita si conclude sul Col di Cava alla torre dell’Ossario realizzata nel 1948 su progetto di Tito Salvatori che raccoglie i resti non identificati delle vittime dell’eccidio.

Comune di Stazzema (Lu)