Museo storico dello sbarco in Sicilia


Sicilia | Catania (CT)

Il luogo e le vicende

Il museo è dedicato ai bombardamenti sulle città siciliane, alle vicende dello sbarco alleato in Sicilia del luglio 1943, e ai combattimenti tra italiani, tedeschi e angloamericani che si svolsero perlopiù nell’area orientale dell’isola. L’arco cronologico di riferimento è compreso soprattutto tra il 10 luglio e l’8 settembre 1943.

Deciso dopo lunghe discussioni tra americani e britannici, lo sbarco in Sicilia determinò l’apertura di un fronte nell’Europa continentale. L’Italia fu scelta come testa di sbarco in Europa in quanto ritenuta, a ragione, parte più debole dell’Asse; Husky – questo il nome in codice dell’operazione – rappresentò anche la prima tappa di un più ampio piano strategico che avrebbe compreso altri sbarchi sul territorio italiano – a Reggio Calabria, il 3 settembre, con l’operazione Baytown; a Salerno, il 9 settembre 1943, con l’operazione Avalanche; ad Anzio, il 22 gennaio 1944, con l’operazione Shingle – e sarebbe culminato nella grande operazione Overlord, lo sbarco in Normandia del giugno 1944.

Lo sbarco in Sicilia segnò, per gli Alleati, l’inizio della campagna d’Italia, che fin da subito si sarebbe rivelata più complessa e lunga di ciò che gli anglo-americani avevano preventivato. Difatti, se, in linea generale, gli italiani – ai quali la roboante propaganda di regime aveva ordinato di congelare gli Alleati sul bagnasciuga (propriamente battigia) – non riuscirono a opporsi in modo efficace, la resistenza, e soprattutto la ritirata tedesca furono un successo totale. I reparti del generale Hans-Valentin Hube riuscirono infatti a lasciare l’isola in maniera compatta e senza subire perdite rilevanti, ma anzi infliggendole al nemico. La popolazione siciliana, invece, ebbe modo di rendersi conto di quanto il territorio nazionale fosse diventato una linea principale del fronte, una consapevolezza che sarebbe presto stata propria dei civili dei territori continentali.

Il museo, inaugurato nel 2002, ha sede presso il complesso Le Ciminiere, di proprietà della Provincia regionale di Catania (Oggi Città metropolitana). Il sito, in passato sede di zolfatare, è un pregevole esempio di archeologia industriale riutilizzata per attività culturali. Il museo si sviluppa su tre piani e un totale di 3000 mq.

Si tratta di un museo concepito e realizzato con una finalità fortemente divulgativa tenendo conto anche del pubblico meno esperto della storia e, soprattutto, dedicato agli studenti di ogni grado di scuole.

Ad esso si accede dalla ricostruzione di una piazzetta al centro di un piccolo quartiere con gli edifici tipici di una cittadina dell’epoca. Il sottofondo sonoro richiama il clima degli anni ’40 con canzoni, discorsi ed altri documenti sonori. Così le affissioni di fotografie, manifesti e testate di giornali. Particolarmente significativa è la ricostruzione del rifugio antiaereo, con l’accompagnamento sonoro di sirene e rumori di esplosioni e, all’uscita, dell’ambiente di un paese devastato da un bombardamento.

Il percorso museale prosegue con testi e fotografie allestiti su pannelli e filmati che richiamano i combattimenti sul territorio siciliano, ripercorrendo le tappe degli scontri di guerra che si svolsero soprattutto nella Sicilia occidentale come Gela, Augusta, Agira, Floridia, Troina, Ponte di Primo Sole, Catania, Messina.

Ai bombardamenti sulle città principali della Sicilia – Palermo, Catania, Messina – sono dedicate le immagini, fisse e in movimento, proiettate su quattro schermi alle pareti della sala ottagonale, che simula l’ambiente di un bunker di comando.

La sala “Testimonianze”, nella quale vengono proiettati brani di interviste a testimoni degli eventi storici, vuole far percepire quanto sia stata direttamente coinvolta la popolazione negli eventi della “guerra totale”. Su un bassorilievo della Sicilia, posto al centro della sala, animato con luci e colori, è possibile seguire i percorsi delle vicende militari.

Gli ultimi spazi del primo piano sono dedicati ad un’esposizione – accompagnata da immagini e testi illustrativi – di divise, armi, attrezzature e reperti bellici.

Il passaggio dal primo al secondo piano segna un forte mutamento nello stile e negli strumenti espositivi, dall’impiego di mezzi tecnologici al ricorso – seppure criticato fortemente sul piano scientifico – a manichini rivestiti.

Al secondo piano, si trovano anzitutto, cinque statue di cera, modellate dai maestri inglesi del Museo di Madame Tussaud, riproducono i protagonisti del tempo: Franklin D. Roosevelt, Winston Churchill, Vittorio Emanuele III, Benito Mussolini, Adolf Hitler.

La seconda ricostruzione riguarda un ospedale da campo della Croce rossa, con tutte le sue attività.

Sempre al secondo piano la riproduzione in scala 1:1 della tenda con i personaggi che il 3 settembre 1943 a Cassibile firmano l’armistizio: il generale Giuseppe Castellano e il generale Bedell Smith.
Il percorso si conclude con l’immagine del cimitero inglese che si trova alle porte di Catania, verso Siracusa, ove riposano le spoglie dei caduti. Su un pannello luminoso, posto ai piedi di una scultura bronzea, scorrono i nomi di tutti i caduti, mentre l’altoparlante ne pronuncia i nomi.