Roccabruna Rifugio 104a Brigata
Garibaldi

Piemonte | Roccabruna (CN)

Il luogo e le vicende

Nei venti mesi della lotta di liberazione gran parte della valle Maira fu presidiata dai partigiani garibaldini di “Steve”, Stefano Revelli, il comandante che li guidò per tutto il tempo della guerra di Liberazione. Il centro dell’organizzazione fu l’intera area di Roccabruna con le sue 93 borgate costantemente presidiate e collegate tra loro dai diversi reparti della 104ª Brigata Garibaldi che controllava il versante orografico sinistro della valle. Sull’altro versante, invece, si erano riuniti due gruppi ‒ uno di partigiani che già operavano in zona l’altro formato dalla banda «Italia libera» ‒ che avevano poi dato vita alla Brigata Giustizia e Libertà di Detto Dalmastro che, in accordo con le formazioni garibaldine di “Steve”, assunse il comando della vallata. I partigiani chiamavano familiarmente la zona di Roccabruna la “Roccia” e, nonostante l’intera area fosse spesso sottoposta ad attacchi di nazisti e fascisti, si muovevano con relativa tranquillità al suo interno, forti dell’estrema capacità di spostamento delle bande, di un territorio ricco di boschi e di sentieri, ma soprattutto della partecipazione attiva degli abitanti della vallata. Gran parte delle borgate ‒ la Borgata Belliardi, Sant’Anna di Roccabruna, Ferre, Oggero, Castlass, Norat o la Cappella di San Bartolomeo ‒ fu sede di squadre o comandi partigiani. Dal febbraio del 1944 la presenza di distaccamenti Garibaldi nelle zone confinanti della valle Maira e della valle Varaita fece sì che sulla linea di cresta si svolgessero frequentemente incontri tra i diversi comandanti partigiani. In caso di rastrellamenti tedeschi, poi, il colle della Ciabra era il punto di passaggio che permetteva ai partigiani dell’una o dell’altra valle il ripiegamento. La buona struttura delle bande partigiane della Valle Maira permise loro di compiere importanti azioni contro i presidi fascisti e tedeschi, ma anche di superare i ripetuti rastrellamenti fatti in valle dai nazifascisti. Non mancarono, però, le rappresaglie tedesche nel corso dei rastrellamenti: sia San Damiano Macra, sede del CLN, che Cartignano, infatti, nel luglio 1944 vennero dati alle fiamme.

Il Rifugio 104ª Brigata Garibaldi è stato inaugurato il 25 aprile 1972, e rappresenta uno dei siti più rappresentativi della lotta partigiana in Valle Maira. Non solo perché il territorio di Roccabruna, nei 20 mesi della Resistenza, fu un costante riferimento per io garibaldini ma anche perché la borgata di Sant’Anna non cessò mai di essere presidio partigiano, anche per la sua collocazione geografica di eccezionale visuale su tutta la pianura di Dronero e, nelle giornate più limpide, fino al monregalese. Il rifugio oggi è Centro Rete nell’ambito del Progetto La Memoria delle Alpi e si colloca nel circuito dei 43 Sentieri della libertà che lo compongono e che si intrecciano nella Provincia di Cuneo. Ospita una postazione multimediale che approfondisce le vicende del luogo, una mostra fotografica permanente sulla 104ª Brigata Garibaldi, un bookshop con pubblicazioni sulla storia della Resistenza locale. Il rifugio è inoltre attrezzato per essere posto tappa di trekking di più giorni attraverso i percorsi partigiani delle valli Maira e Varaita. Ad esso fanno capo quattro sentieri che ruotano sul territorio di sant’Anna. Camminando con Steve (sentiero CN7 P1) è un sentiero facile che ripercorre la via di svalicamento più rapida fra le valli Maira e Varaita e più frequentata, a suo tempo, dalle squadre partigiane. Anello di Norat (sentiero CN7 P2) segue gli spostamenti effettuati dalle brigate durante il rastrellamento del 25 marzo 1944 tra le borgate alte di Roccabruna. Echi partigiani (sentiero CN11 P1) permette la visita nelle varie borgate che furono sede di varie formazioni partigiane. Un ultimo sentiero ‒ La spia e la cattura (sentiero CN11 P2) ‒ fa infine riferimento al centro Rete di Sant’Anna, ma si sviluppa interamente nel comune di Villar San Costanzo.

Sezione Anpi di Dronero e Valle Maira